Qalhat Oman: La Città Perduta che Devi Visitare nel 2025
Sulle sponde del Mare dell'Oman si cela una delle scoperte archeologiche più straordinarie del nostro tempo. Qalhat, antica città portuale che ha recentemente conquistato il prestigioso riconoscimento UNESCO, emerge dalle sabbie del tempo come un libro di storia a cielo aperto. Situata a circa 20 chilometri a nord di Sur, nella regione di Al Sharqiyah, questa meraviglia archeologica rappresenta una finestra privilegiata verso un passato glorioso che molti credevano perduto per sempre.
Le radici di Qalhat affondano nell'Età del Bronzo, eppure fu sotto il regno dei Principi di Hormuz, tra l'XI e il XVI secolo, che questa straordinaria località raggiunse il suo apogeo. Quello che oggi appare come un silenzioso paesaggio di rovine, un tempo pulsava di vita mercantile: cavalli arabi dalle linee eleganti, datteri dorati, incenso profumato e perle iridescenti attraversavano quotidianamente i suoi porti.
L'eco della sua fama si estendeva ben oltre i confini del Golfo Persico. Esploratori, mercanti e studiosi provenienti dai quattro angoli del mondo conosciuto si dirigevano verso questo crocevia di culture. Marco Polo stesso, durante i suoi leggendari viaggi, rimase così colpito da questa città che la immortalò nei suoi scritti con il nome "Calatu".
Oggi Qalhat si presenta ai nostri occhi come un enigma archeologico di 35 ettari, protetto dalle antiche mura che un tempo custodivano abitazioni, botteghe e luoghi di culto. L'abbandono forzato seguito agli attacchi portoghesi del XVI secolo ha paradossalmente preservato questo tesoro, trasformandolo in una capsula del tempo perfettamente conservata. Tra i monumenti che sfidano ancora i secoli spicca il mausoleo di Bibi Maryam, testimonianza silenziosa del potere di una donna eccezionale che governò Qalhat durante l'assenza del marito Baha al-Din Ayaz nel XIII secolo.
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In Questo Articolo Parliamo di:
#1. Qalhat Oman: una città antica tra storia e mare
#2. Chi era Bibi Maryam e perché è importante
#3. Perché Qalhat Oman è Patrimonio UNESCO
#4. Cosa vedere oggi a Qalhat Oman
Qalhat si trova circa 20 km a nord di Sur, nella regione di Ash-Sharqiyah (Oman). Fu un porto importante dal XI al XV secolo, un crocevia tra Arabia, Africa orientale, India, Cina e Sudest asiatico.
È stato inserito nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’UNESCO nel 2018 durante la 42ª sessione del World Heritage Committee.
#1. Qalhat Oman: una città antica tra storia e mare
La geografia racconta storie che i libri talvolta dimenticano. Qalhat Oman si rivela come un perfetto esempio di come posizione strategica, visione politica e abilità commerciali possano convergere per creare qualcosa di straordinario. Questo tesoro archeologico rappresenta molto più di semplici rovine: costituisce un capitolo fondamentale nella comprensione delle dinamiche medievali del Medio Oriente.
-Dove si trova Qalhat Oman
La natura stessa sembra aver scelto questa località per ospitare una grande città. Posizionata a circa 20 chilometri a nord di Sur, nella provincia orientale di Al-Sharqiyya, Qalhat beneficiava di una collocazione che pochi porti al mondo potevano vantare. La costa del Mare dell'Oman offriva protezione naturale, mentre l'entroterra garantiva collegamenti terrestri verso le vie carovaniere dell'interno.
L'estensione urbana raggiungeva i 240.000 metri quadrati, una dimensione che oggi fatica a impressionare ma che nel medioevo rappresentava un'area metropolitana di primo piano. La pianificazione urbana rivela una sofisticazione notevole: mura interne ed esterne creavano zone concentriche di difesa, mentre la necropoli, sapientemente collocata oltre i bastioni, rispettava sia le esigenze religiose che quelle pratiche della comunità.
-Un porto strategico tra India, Africa e Arabia
Tra l'XI e il XV secolo, Qalhat si trasformò nell'epicentro di una rete commerciale che abbracciava tre continenti. Il suo porto fungeva da snodo vitale per merci provenienti dalla Penisola Arabica, dall'Africa Orientale, dall'India, dalla Cina e dal Sud-est asiatico.
Qui convergevano tesori che oggi difficilmente riusciamo ad immaginare: eleganti cavalli arabi destinati ai sovrani indiani, raffinate porcellane cinesi, incenso che profumava i palazzi dei potenti, perle che adornavano le corti più raffinate. Marco Polo, testimone oculare di questa prosperità, immortalò Qalhat nel Milione descrivendola come "una grande cità" e "una nobile cità sopra il mare". Anche Ibn Battuta, il grande viaggiatore del XIV secolo, riconobbe in Qalhat un crocevia essenziale tra l'India e il Golfo Persico.
-Il ruolo della città nel Regno di Hormuz
L'ascesa di Qalhat coincise con l'espansione del potente Regno di Hormuz, di cui divenne la seconda capitale. Questo status privilegiato non era casuale: la città rappresentava la proiezione terrestre di un impero marittimo, il punto dove le ambizioni commerciali incontravano la realtà geografica.
Baha al-Din Ayaz e sua moglie Bibi Maryam incarnarono perfettamente questo dualismo di potere. Mentre lui amministrava Hormuz, lei gestiva Qalhat, creando un sistema di governo che anticipava di secoli le moderne pratiche di decentramento amministrativo. La presenza femminile ai vertici del potere, fenomeno tutt'altro che comune nel XIII secolo, sottolinea la natura cosmopolita e progressista di questa società mercantile.
L'eredità architettonica di Bibi Maryam parla ancora oggi attraverso le rovine della Grande Moschea del Venerdì. Dopo la morte del marito, il mausoleo che fece costruire in sua memoria divenne non solo un monumento all'amore, ma anche la dichiarazione di una donna determinata a continuare l'opera di governo per anni.
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#2. Chi era Bibi Maryam e perché è importante
Tra le figure più affascinanti che emergono dalle cronache medievali di Qalhat spicca una donna il cui nome echeggia ancora oggi tra le rovine di questa antica città portuale. Bibi Maryam rappresenta un capitolo straordinario della storia omanita, incarnando un esempio raro di leadership femminile in un'epoca in cui il potere era quasi esclusivamente appannaggio maschile.
-La moschea e il mausoleo costruiti da lei
Bibi Maryam si distinse non soltanto come abile governante, ma anche come illuminata promotrice dell'arte e dell'architettura. Le fonti storiche attestano che fu proprio questa donna eccezionale a commissionare la costruzione della Grande Moschea del Venerdì a Qalhat. Ibn Battuta, il celebre viaggiatore che visitò la città nel XIV secolo, rimase talmente colpito da questo edificio sacro da definirlo "una delle più belle" moschee mai viste, descrivendone con ammirazione le pareti ornate di qashani, preziose maioliche decorative che testimoniavano il raffinato gusto artistico della sua committente.
La dimostrazione più toccante del suo amore coniugale giunse però dopo la morte del marito Baha al-Din Ayaz, avvenuta tra il 1311 e il 1312. Bibi Maryam fece erigere in sua memoria un mausoleo maestoso, un monumento che ancora oggi costituisce la testimonianza più eloquente tanto del suo potere politico quanto della profondità dei suoi sentimenti.
-Una donna al potere nel Medioevo
La storia di Bibi Maryam rivela aspetti sorprendenti dell'organizzazione politica medievale. Mentre Baha al-Din Ayaz risiedeva a Hormuz per governare quella strategica città portuale, era sua moglie a reggere le sorti di Qalhat durante le sue assenze. Questo accordo politico testimonia la straordinaria fiducia riposta dal marito nelle sue capacità amministrative e diplomatiche.
Quello che rende ancora più eccezionale la figura di Bibi Maryam è ciò che accadde dopo la morte del consorte. Lungi dal ritirarsi dalla vita pubblica, come ci si sarebbe aspettati dall'usanza dell'epoca, ella non solo mantenne saldamente il controllo su Qalhat, ma riuscì ad estendere la propria autorità anche su Hormuz, governando entrambe le città con mano ferma per diversi anni. Tale posizione di comando rappresenta un caso pressoché unico di leadership femminile nel panorama medievale del Golfo Persico.
-Cosa resta oggi del suo contributo
Il mausoleo di Bibi Maryam costituisce oggi l'ultimo testimone silenzioso dell'antica grandezza di Qalhat. Questa imponente struttura, che si estende per quasi 30 metri di lunghezza e 25 metri di profondità, domina ancora il paesaggio costiero, offrendo ai visitatori contemporanei una finestra tangibile sul passato glorioso della città.
Sebbene la cupola originale sia scomparsa nel corso dei secoli, il mausoleo conserva intatta la sua solenne dignità architettonica. Gli appassionati di storia e archeologia possono inoltre ammirare alcuni preziosi reperti del sito presso il Museo Nazionale dell'Oman a Mascate, dove sono esposte raffinate mattonelle policrome che probabilmente adornavano gli edifici fatti costruire da questa straordinaria sovrana, testimoniando il suo mecenatismo artistico e il suo gusto estetico raffinato.
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Moglie del sultano Ayaz, governò dopo la sua morte (circa 1311/12) e promosse la costruzione del mausoleo che oggi porta il suo nome.
Lo descrivevano Marco Polo (come “Calatu”) e Ibn Battuta — che lo citò per i suoi bazar e la splendida moschea — e anche il navigatore cinese Zheng He nel XV secolo.
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Organizza il tuo viaggio!#3. Perché Qalhat Oman è Patrimonio UNESCO
L'anno 2018 ha segnato un momento storico per l'archeologia omanita: Qalhat ha ufficialmente conquistato il suo posto nella prestigiosa lista dei siti Patrimonio mondiale dell'UNESCO durante la 42ª edizione del World Heritage Committee. Questo straordinario traguardo eleva il Sultanato a otto siti UNESCO riconosciuti, collocando Qalhat accanto a meraviglie come l'Antica Via dell'Incenso e il Forte di Bahla.
-I criteri culturali (ii) e (iii)
L'ammissione di Qalhat nel pantheon UNESCO poggia su fondamenta scientifiche solide, fondate su due criteri culturali di eccezionale rilevanza. Il criterio (ii) illumina il ruolo di Qalhat come facilitatore degli scambi culturali e commerciali che connettevano la Penisola Arabica all'India, alla Cina e al Sud-est asiatico. Gli archeologi hanno documentato evidenze fisiche concrete di questi collegamenti internazionali: caratteristiche architettoniche che narrano la storia di una metropoli medievale genuinamente cosmopolita. Il criterio (iii) riconosce invece Qalhat come testimonianza archeologica unica del Regno di Hormuz durante la sua età d'oro, dall'XI al XVI secolo.
-Cosa rende unica la città perduta
L'eccezionalità di Qalhat risiede nella sua capacità di raccontare, attraverso pietre e strutture, la storia dei legami commerciali che univano continenti lontani. L'estensione di 35 ettari custodisce un tessuto urbano e architettonico rimasto miracolosamente intatto. Particolarmente affascinante risulta il ruolo che Qalhat rivestiva come residenza stagionale e rifugio per i Principi di Hormuz, elevandola al rango di capitale secondaria del regno. Ogni edificio portato alla luce dagli scavi rivela caratteristiche distintive di questo potente impero.
-L'autenticità del sito archeologico
Il destino di Qalhat presenta un paradosso affascinante: il suo abbandono nel XVI secolo, causato dagli attacchi portoghesi, si è rivelato provvidenziale per la conservazione della sua autenticità. L'assenza di occupazioni successive ha permesso alla città di preservare integralmente le sue caratteristiche organizzative, funzionali e le tecniche architettoniche tipiche del periodo islamico e del Regno di Hormuz. La posizione geografica di Qalhat, abbracciata da montagne, valli profonde e il mare, costituisce elemento fondamentale per mantenere l'autenticità dell'ambiente circostante.
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Il mausoleo di Bibi Maryam (senza cupola), alcune mura, una cisterna e resti archeologici. Alcuni reperti si trovano al Museo Nazionale dell’Oman a Mascate.
Oltre all’invasione portoghese del 1507, scavi geologici suggeriscono che un terremoto lungo la faglia di Qalhat contribuì al declino della città.
#4. Cosa vedere oggi a Qalhat Oman
Un'escursione archeologica a Qalhat Oman rivela tesori nascosti e panorami che tolgono il fiato. Questo sito, pur presentando alcune limitazioni di accesso, dischiude ai visitatori un universo di scoperte storiche e bellezze naturali che raccontano secoli di storia.
-Il mausoleo di Bibi Maryam
Maestoso e solitario, il mausoleo di Bibi Maryam domina il paesaggio di Qalhat Oman come un faro del passato, visibile perfino dalla strada Sur-Muscat. Questa struttura monumentale, benché privata della cupola originaria, sfoggia una costruzione in blocchi di corallo pietrificato arricchita da conchiglie e frammenti di madreperla che catturano e riflettono la luce del sole. Gli archeologi hanno scoperto che anticamente l'intero edificio risplendeva di ceramiche azzurre: oggi sopravvivono solo piccoli frammenti che mostrano delicati motivi floreali blu su candido sfondo bianco.
-Le mura e le cisterne
L'esplorazione di Qalhat sur Oman rivela i resti delle possenti fortificazioni che proteggevano l'antica metropoli, insieme a cisterne voltate che testimoniano l'ingegnosità idraulica dei suoi abitanti. Gli scavi archeologici attualmente attivi stanno riportando alla luce nuovi elementi di questa città portuale, mentre le mura interne ed esterne che circondavano l'insediamento raccontano della sua cruciale importanza strategica.
-I resti delle case e dei mercati
L'ancient city of Qalhat Oman copriva originariamente 240.000 metri quadrati, una superficie che lascia immaginare la vivacità del tessuto urbano medievale. Sebbene delle antiche abitazioni e dei mercati rimangano oggi solo tracce frammentarie, le indagini archeologiche stanno gradualmente svelando la struttura urbana di questa Oman città, permettendo agli studiosi di ricostruire la vita quotidiana dei suoi abitanti attraverso i secoli.
-La vista su Qalhat beach Oman
La collocazione di Qalhat regala scorci panoramici di rara bellezza. Arroccata sulla sommità di una collina che sovrasta un wadi, l'area archeologica offre vedute spettacolari sul mare turchese sottostante. Il Qalhat Beach View Point costituisce un belvedere naturale lungo la costa omanita, dove lo sguardo spazia dal Mare Arabico alle scogliere circostanti, creando un quadro di incomparabile fascino.
-Il sito chiuso e i piani futuri di apertura
Attualmente il sito archeologico di Qalhat Oman mantiene un accesso tecnicamente limitato al pubblico, benché le visite rimangano possibili. I visitatori parcheggiano ai piedi della collina e percorrono a piedi circa dieci minuti di cammino per raggiungere il mausoleo. Secondo le informazioni fornite dal personale del sito, i progetti futuri prevedono la realizzazione di un centro di interpretazione che fornirà ai turisti informazioni più dettagliate. Fino a quel momento, il luogo conserva il suo fascino selvaggio ma richiede idealmente l'accompagnamento di una guida locale per apprezzarne appieno la ricchezza storica.
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Il sito è accessibile ma in parte chiuso per restauri. Recentemente sono stati intrapresi lavori per ristrutturare recinzioni, moschea, cisterne e creare percorsi turistici.
Si raggiunge in auto da Muscat o Sur, seguendo la strada R17. È sconsigliato salire direttamente in auto sul sito — meglio parcheggiare e proseguire a piedi.
#5. Conclusione
Qalhat Oman si rivela come una delle destinazioni archeologiche più straordinarie del Sultanato, meritevole senza dubbio di una visita nel 2025. Questa antica metropoli, dove montagne e oceano si fondono in un abbraccio eterno, custodisce narrazioni di scambi mercantili intercontinentali e di un potere femminile che sfidò le convenzioni del suo tempo.
Il mausoleo di Bibi Maryam continua a vegliare sulle rovine costiere, monumento duraturo di una sovrana che ridefinì i confini del possibile nel XIII secolo. La sua eredità trascende la pietra e il tempo, incarnando un esempio luminoso di leadership femminile che arricchisce la nostra comprensione della storia medievale arabica.
L'inclusione nella lista UNESCO del 2018 ha suggellato definitivamente il valore inestimabile di questo patrimonio culturale. L'abbandono secolare ha paradossalmente garantito l'integrità archeologica del sito, regalando agli studiosi e ai visitatori contemporanei una finestra intatta su un mondo scomparso. Nonostante le limitazioni attuali nell'accesso turistico, l'esperienza di percorrere questi sentieri millenari, contemplando lo stesso orizzonte marino che accolse antiche flotte mercantili, possiede una forza evocativa incomparabile.
Qalhat non si limita a essere un semplice sito archeologico: rappresenta piuttosto un ponte temporale dove millenni di storia prendono forma tangibile. Ogni pietra sussurra racconti di prosperità commerciale, potere politico e resistenza umana. Per chi cerca un'esperienza di viaggio che unisca apprendimento storico e scoperta personale, questa gemma omanita promette incontri autentici con il passato che arricchiranno profondamente la propria visione del mondo.
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