Bab Mansour si erge come una delle porte più magnifiche al mondo, la sua figura imponente di 16 metri domina il panorama di Meknes con una presenza che sfida i secoli. Questo straordinario ricamo di pietra rivela un intricato tessuto di arabeschi che danzano su una tela policroma di mosaici e ceramiche, catturando ogni sguardo con la sua bellezza magnetica.
La storia di questa monumentale porta affonda le radici tra il XVII e XVIII secolo, quando il sultano Moulay Ismail ordinò la sua costruzione negli ultimi anni del suo regno (1672-1727), lasciando al mondo la più grande porta del Marocco e dell'intero Nord Africa. Questa meraviglia architettonica custodisce l'accesso principale alla Città Imperiale di Meknes, la cui medina ha conquistato il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 1996.
Questo capolavoro architettonico ci invita a un viaggio di scoperta attraverso la sua storia affascinante, svelando i segreti dei suoi elementi decorativi - dalle colonne bianche sottratte alle antiche rovine di Volubilis fino ai dettagli che continuano a incantare ogni visitatore nella piazza el-Hedim. Tre magnifici archi di ceramica lucida e decorazioni intricate attendono di raccontare la loro storia, trasformando questa porta in un'autentica opera d'arte che parla di epoche passate.
In Questo Articolo Parliamo di:
#1. La storia della Porta di Bab Mansour
#2. Un capolavoro di architettura islamica
Le radici storiche della Porta di Bab Mansour affondano negli ultimi anni del regno del sultano Moulay Ismail (1672-1727), sebbene la sua realizzazione raggiunse il completamento soltanto nel 1732 sotto la guida del figlio Moulay Abdallah. Questa imponente struttura rappresenta l'apice del grandioso progetto imperiale che elevò Meknes al rango di magnifica capitale marocchina.
Moulay Ismail orchestrò una metamorfosi urbana senza precedenti, trasformando Meknes da modesto avamposto militare almoravide dell'XI secolo in una città imperiale di straordinaria grandezza. La visione del sultano prese forma attraverso la creazione di una maestosa kasbah (cittadella reale) protetta da mura difensive che si innalzavano fino a 15 metri. La piazza antistante la porta, conosciuta come el-Hedim ("le rovine"), conserva nel suo nome la memoria dei detriti accumulati durante l'imponente campagna di demolizione e ricostruzione voluta dal sovrano.
L'identità della porta si lega indissolubilmente al suo creatore, l'architetto Mansour al-'Alj (il "Vittorioso Apostata"), figura affascinante di ex schiavo cristiano convertito all'Islam. Contrariamente a quanto la sua monumentalità potrebbe suggerire, la porta serviva uno scopo primariamente cerimoniale piuttosto che difensivo, concepita per stupire e impressionare chiunque vi si avvicinasse. Una leggenda popolare narra che Moulay Ismail, dopo aver domandato a Mansour se avrebbe potuto rendere la porta ancora più splendida, ordinò la decapitazione immediata dell'architetto quando questi rispose affermativamente. Questa storia risulta tuttavia storicamente improbabile, considerando che la porta fu ultimata dopo la scomparsa di Moulay Ismail.
La Porta di Bab Mansour trascendeva la sua funzione di semplice accesso urbano per diventare un potente emblema della supremazia militare e del controllo politico sultanale. Un'iscrizione araba incisa sulla sua superficie proclama con orgoglio: "Sono la porta più bella del Marocco. Sono come la luna nel cielo. Proprietà e ricchezza sono scritte sul mio fronte".
Questo straordinario monumento incarnava l'ambizione di Moulay Ismail di innalzare Meknes al livello delle grandi capitali, sfidando il prestigio di città come Fes e Marrakech. La porta perdura oggi come testimonianza tangibile della prosperità, dei traguardi artistici e del potere politico che il Marocco raggiunse durante quell'epoca dorata.
L'architettura della Porta di Bab Mansour affonda le sue radici nei prototipi almohadi, eppure emerge con caratteristiche distintive che la collocano in una posizione unica all'interno del panorama dell'arte islamica. Ogni elemento di questa struttura monumentale testimonia una maestria costruttiva che rende questo monumento un patrimonio culturale inestimabile di Meknes.
Il cuore architettonico della porta bab mansour risiede nel suo magnifico arco a ferro di cavallo, una struttura che si innalza per 8 metri di pura eleganza. L'intera composizione si estende per circa trenta metri di larghezza, ospitando un portale centrale in legno incorniciato da due bastioni quadrangolari. Questi bastioni, ciascuno di circa cinque metri quadrati, presentano alla loro base portici formati da archi a ferro di cavallo arrotondati, elegantemente sostenuti da robuste colonne marmoree. Tale configurazione genera una loggia incavata alla base delle torri, rappresentando un'innovazione architettonica rispetto alle tradizionali porte della regione.
L'intera superficie della facciata si presenta come un trionfo decorativo, ornata dal motivo ricorrente darj-wa-ktaf - un disegno a losanga caratteristico dell'arte marocchina che incornicia l'arcata principale. Gli interstizi di questo schema geometrico accolgono splendidi zellij policromi, creando un caleidoscopio di colori che abbaglia l'osservatore. Il risultato visivo è sorprendente: un alternarsi di superfici concave e convesse che genera l'illusione di un tessuto finemente ricamato sulla pietra. Questi preziosi zellij nascono dall'abilità artigianale di maestri che li tagliano a mano, li scalpellano singolarmente e li sistemano su una base di gesso.
L'aspetto più affascinante della porta risiede nelle due colonne di marmo bianco che sorreggono i bastioni laterali, elementi recuperati dalle rovine romane di Volubilis. Questi fusti antichi, coronati da capitelli compositi di squisita fattura, portano con sé l'eco dell'influenza romana e italiana. Ad arricchire ulteriormente la composizione, due colonne corinzie più slanciate provengono dal Palazzo El Badi di Marrakech, testimonianza degli sforzi di Moulay Ismail nel cancellare ogni traccia della precedente dinastia saadiana.
La sommità della porta ospita un'elaborata iscrizione araba dipinta su ceramica, che narra la storia della sua costruzione. L'iscrizione più celebre, tracciata in eleganti caratteri corsivi neri, proclama con orgoglio: "Sono la porta più bella del Marocco. Sono come la luna nel cielo. Proprietà e ricchezza sono scritte sul mio fronte". Una corona di merloni scandisce il profilo superiore della struttura, mentre l'insieme decorativo fonde motivi almohadi e arabescati su uno sfondo di mosaici policromi dove predomina il verde intenso.
Oggi, la Porta di Bab Mansour costituisce una delle mete fotografiche più ambite di Meknes, magnetizzando viaggiatori provenienti da ogni angolo del globo. Questo emblema della dinastia Alawita continua a emanare la sua maestosità secolare, sfidando il tempo con una presenza che rimane immutata.
La porta bab mansour si trova attualmente in una fase di restauro, elemento di un vasto programma di rinnovamento che coinvolge l'intera città di Meknes. Nonostante i cantieri in corso, i visitatori possono ancora contemplare l'imponente arco a ferro di cavallo che si innalza per 16 metri, anche se alcune sezioni potrebbero risultare celate dalle impalcature. La porta occupa una posizione strategica all'ingresso della medina (città vecchia) e risulta facilmente accessibile da diverse zone cittadine, percorribile a piedi, in taxi o automobile. Occorre precisare che attualmente non è possibile attraversarla interamente, poiché la struttura funge prevalentemente da spazio espositivo.
L'accesso alla Porta di Bab Mansour rimane gratuito e aperto al pubblico. Oltre al monumento stesso, potrete immergervi nell'atmosfera vivace della Piazza el-Hedim che si dispiega di fronte alla struttura, teatro di mercanti, acrobati e mangiafuoco che si radunano al calar del sole. All'interno, il passaggio della porta presenta una configurazione piegata, ruotando di 90 gradi per due volte, mentre attraversa lo spazio racchiuso tra le doppie mura della Kasbah. Occasionalmente, la porta accoglie esposizioni artistiche temporanee che arricchiscono l'esperienza di visita.
Per gli appassionati dell'arte fotografica, la porta di bab mansour offre infinite opportunità compositive grazie alla sua elaborata opera musiva, alle colonne marmoree e agli archi a ferro di cavallo. L'ora dorata del tramonto regala la luce più spettacolare, quando i raggi caldi valorizzano la facciata ornata e generano ombre allungate che sottolineano i dettagli architettonici. Parimenti, le prime ore mattutine si rivelano ideali per esplorare la porta in assenza di folle, consentendo di ammirare e immortalare il monumento nella quiete. La piazza circostante fornisce molteplici angolazioni per catturare questo capolavoro dell'architettura marocchina.
L'area circostante la Porta di Bab Mansour rivela un tesoro di attrazioni storiche e culturali che attendono di essere scoperte, trasformando ogni visita a Meknes in un'immersione completa nell'antica civiltà marocchina.
La piazza Place el-Hedim si estende proprio di fronte alla porta, fungendo da teatro vivente della vita quotidiana della medina. Questa piazza principale, meno frenetica della celebre Jemaa El-Fna di Marrakech, si trasforma al calare del sole in un palcoscenico naturale dove venditori ambulanti, narratori e artisti di strada creano uno spettacolo spontaneo. Le ore diurne offrono momenti di contemplazione silenziosa, dove è possibile osservare l'imponente porta bab mansour sorseggiando il tradizionale tè alla menta nei caffè che punteggiano il perimetro della piazza.
Oltrepassando le soglie della medina, si spalanca un mondo di antica maestria artigianale. Meknes custodisce gelosamente l'arte della damaschinatura, una tecnica raffinata che trasforma oggetti metallici comuni in opere preziose attraverso intarsi d'oro e argento. I laboratori nascosti tra i vicoli stretti rivelano artigiani intenti nella creazione di vasi, piatti e gioielli dalla decorazione minuziosa. Questo settore produttivo conta ben 21.000 unità specializzate che mantengono vive le tradizioni della lavorazione del legno, della tessitura, della pelle e della ceramica.
A breve distanza dalla porta di bab mansour, il Mausoleo di Moulay Ismail custodisce le spoglie del visionario sultano che ridisegnò il destino di Meknes. Questo complesso funerario rappresenta una rara eccezione nell'architettura religiosa islamica marocchina, aprendo le sue porte anche ai visitatori non musulmani. I cortili interni sfolgorano di zellige policromi, stucchi cesellati e legni dipinti che narrano secoli di devozione artistica.
Il complesso Heri es-Souani sfata un equivoco storico: questa imponente struttura non ospitava le "stalle reali" come comunemente creduto, bensì fungeva da colossale deposito granario. Ventidue file di archi massicci scandiscono gli spazi interni di questa meraviglia ingegneristica. Il vicino bacino dell'Agdal, un'opera idraulica rettangolare delle dimensioni di 148,75 per 319 metri, testimoniano l'avanzata pianificazione urbana della città reale.
La Medersa Bou Inania, completata nel 1358, rappresenta l'apogeo dell'architettura merinide. Questo antico centro di apprendimento religioso sfoggia decorazioni zellige, stucchi intarsiati e soffitti in legno di cedro che parlano di secoli di sapienza. Ogni elemento, dalle celle degli studenti al cortile centrale con la sua fontana marmorea, offre uno spaccato autentico della vita accademica dei giovani studiosi coranici del XIV secolo.
Bab Mansour emerge come uno dei tesori architettonici più straordinari non soltanto del Marocco, ma dell'intera regione nordafricana. Questo percorso di esplorazione ha rivelato come questa imponente struttura custodisca secoli di storia stratificata, dalla visione ambiziosa del sultano Moulay Ismail alla sua realizzazione finale sotto Moulay Abdallah.
L'eccezionalità di questa porta risiede nell'armoniosa convergenza di tradizioni decorative diverse. Colonne romane strappate a Volubilis, zellige dai toni vibranti, calligrafia araba e archi a ferro di cavallo si fondono creando una sinfonia visiva che conquista ogni osservatore. Questa soglia monumentale trascende la sua funzione di semplice accesso alla città imperiale, incarnando il simbolo tangibile del potere e della prosperità alawita.
L'esperienza di Meknes trova nella contemplazione di questo prodigio architettonico un momento cruciale. Anche durante i restauri attuali, la porta conserva immutato il suo magnetismo secolare. Place el-Hedim fornisce la cornice ideale per assaporare questo capolavoro, particolarmente quando la luce dorata del tramonto accarezza ogni dettaglio della facciata ornata.
Bab Mansour non esisterebbe in isolamento. Essa rappresenta piuttosto il portale d'accesso verso i tesori nascosti della medina - dal Mausoleo di Moulay Ismail alle antiche madrasse, dai laboratori artigianali ai mercati profumati di spezie e tradizioni.
Questo percorso attraverso epoche e bellezze rivela perché tale monumento continui a esercitare il suo fascino sui viaggiatori di ogni provenienza. Bab Mansour resta testimonianza perpetua dell'eccellenza artistica marocchina, un ponte temporale che collega passato e presente, invitandoci a riflettere sulla straordinaria capacità umana di forgiare opere che resistono all'erosione del tempo.