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Con circa 2.944 moschee di Istanbul attive, questa città incanta i visitatori con la sua straordinaria eredità islamica. Dalla maestosa Moschea Blu con i suoi sei minareti unici nel panorama cittadino, alla storica Hagia Sophia, originariamente costruita come cattedrale nel VI secolo, questi monumenti raccontano secoli di storia.
Infatti, le più belle moschee di Istanbul non sono soltanto luoghi di culto, ma veri capolavori architettonici. La Moschea Blu stupisce con oltre 20.000 piastrelle di Iznik dai caratteristici toni azzurri, mentre la Suleymaniye, progettata dal celebre architetto Mimar Sinan tra il 1550 e il 1558, richiese il lavoro di ben 3.500 operai. Inoltre, la Moschea di Fatih, costruita dopo la conquista di Costantinopoli, rappresenta la più antica della città ed è stata edificata sul sito della Chiesa dei Santi Apostoli. Senza dimenticare la Nuova Moschea (Yeni Camii), la cui costruzione, iniziata nel 1595, richiese più di 50 anni per essere completata a causa di vari problemi politici.
Questo articolo accompagnerà il lettore alla scoperta di cinque moschee imperdibili, ciascuna con caratteristiche uniche e affascinanti storie da raccontare.

 

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In questo blog scopriamo:


#1. Moschea Blu: il simbolo di Istanbul
#2. Moschea di Santa Sofia: tra chiesa e moschea
#3. Moschea di Suleymaniye: l’eredità di Solimano il Magnifico
#4. Moschea di Fatih: la più antica della città
#5. Moschea di Mihrimah Sultan: tra leggenda e architettura
#6. Conclusione: Un viaggio attraverso secoli di storia e spiritualità
#7. FAQs

 

#1. Moschea Blu: il simbolo di Istanbul


La maestosità della Moschea Blu domina l'orizzonte di Istanbul, rappresentando uno dei simboli più iconici non solo della città, ma dell'intera Turchia. Conosciuta ufficialmente come Moschea del Sultano Ahmed (Sultan Ahmet Camii), questo capolavoro architettonico attira milioni di visitatori ogni anno, affascinati dalla sua bellezza senza tempo e dalla sua ricca storia.

 


Storia e costruzione sotto il sultano Ahmed I


Verso la fine del XVI secolo, l'Impero Ottomano si trovava in una posizione difficile dopo aver subito pesanti sconfitte in due guerre: una contro l'Impero Asburgico e l'altra contro l'Impero Persiano. In questo contesto di crisi, il sultano Ahmed I, la cui popolarità era ai minimi storici, decise di riaffermare il potere ottomano attraverso la costruzione di un monumentale luogo di culto.
La costruzione della Moschea Blu iniziò nel 1609 durante il regno del sultano Ahmed I e fu completata nel 1616. Sebbene l'anno 1616 sia menzionato su alcune iscrizioni della moschea, la cerimonia di apertura ufficiale si tenne nel 1617, quando al potere c'era già Mustafa I, successore di Ahmed. Infatti, il sultano Ahmed I morì prematuramente a soli 27 anni a causa del tifo, senza poter godere a lungo della sua magnifica creazione.
Questa fu la prima moschea imperiale costruita a Istanbul dopo la Moschea di Solimano, eretta quarant'anni prima. Tuttavia, a differenza dei suoi predecessori che avevano utilizzato il proprio patrimonio personale per edificare luoghi di culto, Ahmed I fece ricorso al denaro pubblico . Questa decisione, considerata senza precedenti nella storia della Turchia, provocò forti critiche da parte degli ulamāʾ (studiosi islamici), poiché secondo la tradizione, i sultani avrebbero dovuto finanziare le moschee imperiali solo con i bottini di guerra. Ahmed I, non avendo ottenuto vittorie militari significative, si trovò quindi al centro di numerose polemiche.
Nonostante l'opposizione, il sultano proseguì con il suo ambizioso progetto, affidandone la realizzazione all'architetto Sedefkar Mehmed Agha, di origine albanese, che era stato prima allievo e poi assistente del celebre Sinān. I dettagli meticolosi della costruzione furono documentati in otto volumi, oggi conservati nella biblioteca del Palazzo di Topkapı.
La moschea fu strategicamente edificata su parte del sito del Gran Palazzo di Costantinopoli, proprio di fronte a Santa Sofia (a quel tempo la moschea più venerata di Istanbul) e all'ippodromo, un luogo di grande valenza simbolica . Tale posizione permetteva alla nuova moschea di dominare lo skyline della città, comunicando visivamente la grandezza dell'Impero Ottomano.
Un fatto curioso legato alla costruzione riguarda i minareti. La Moschea Blu ne possiede sei, una caratteristica che la rende unica e che la pone al secondo posto mondiale per numero di minareti, superata solo dalla moschea della Mecca. Secondo una leggenda, questo sarebbe stato frutto di un fraintendimento: l'architetto avrebbe interpretato erroneamente l'indicazione del sultano, che desiderava minareti d'oro ("altın" in turco) e non sei minareti ("altı" in turco). Poiché all'epoca solo la moschea della Kaʿba alla Mecca possedeva sei minareti, questa scelta fu considerata da molti un affronto. La questione fu risolta aggiungendo un settimo minareto alla moschea della Mecca.

 


Le famose piastrelle di Iznik


Il soprannome di "Moschea Blu" deriva dalle oltre 21.043 piastrelle di ceramica turchese che rivestono le pareti interne e la cupola dell'edificio. Queste magnifiche maioliche di İznik (l'antica Nicea) decorano pareti, colonne e archi con motivi prevalentemente floreali e bucolici in tonalità che vanno dal blu al verde, creando un'atmosfera suggestiva e quasi surreale .
Il sultano Ahmed I aveva una grande passione per queste piastrelle e, durante la costruzione della moschea, l'intera industria di Iznik fu impegnata nella loro produzione. A partire dal 1607, furono inviate continuamente ordinazioni di piastrelle e nel 1613 il sultano arrivò persino a vietare la produzione e la vendita di piastrelle per qualsiasi altro scopo, affinché le sue commissioni potessero essere completate in tempo.
In totale, le piastrelle all'interno della moschea presentano oltre cinquanta motivi diversi. Le pareti interne e i pavimenti della cupola sono ricoperti da oltre 20.000 piastrelle con disegni di tulipani di 50 motivi differenti. I piani inferiori della moschea, con motivi più floreali, contrastano con le decorazioni superiori realizzate nel tradizionale stile di İznik.
L'effetto complessivo è ultraterreno: le piastrelle scintillano sotto la luce soffusa che filtra dalle 260 finestre della moschea, creando un caleidoscopio di colori che danzano e cambiano durante il giorno . Questa delicata interazione tra luce e colore è uno degli elementi che rendono la Moschea Blu un'esperienza così memorabile per i visitatori.
Grazie alle sue straordinarie piastrelle e agli esempi di calligrafia che decorano le cupole, la Moschea Blu è stata iscritta nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO delle zone storiche di Istanbul nel 1986 .

 


Cosa aspettarsi durante la visita


Pur essendo una delle attrazioni turistiche più importanti di Istanbul, la Moschea Blu rimane un luogo di culto attivo, centrale nella vita spirituale della città . I musulmani si riuniscono qui per la preghiera cinque volte al giorno, in un ambiente sereno arricchito dal profondo significato spirituale e storico della struttura.
Ecco alcuni consigli pratici per organizzare al meglio la visita:

  • Orari di visita: È consigliabile pianificare la visita la mattina . La moschea è aperta dalle prime ore del mattino fino a tarda sera per la preghiera, ma i turisti possono entrare solo a partire dalle 9:00. Durante i rituali di preghiera, che avvengono cinque volte al giorno (dall'alba al tramonto), l'accesso è temporaneamente sospeso per mezz'ora per non disturbare i fedeli . Durante la preghiera del venerdì, la moschea rimane chiusa per 90 minuti a mezzogiorno .
  • Abbigliamento e comportamento: Per rispettare la sacralità del luogo, tutti i visitatori devono togliersi le scarpe e indossare invece le coperture di plastica fornite all'ingresso . Le donne devono coprirsi la testa, i capelli e le spalle con un copricapo in tessuto (disponibile gratuitamente all'ingresso) prima di entrare, soprattutto se non indossano maniche lunghe . All'interno, è importante mantenere un atteggiamento rispettoso: parlare a bassa voce, non utilizzare il flash per le fotografie e non fissare o fotografare le persone in preghiera [10].
  • Costo: L'ingresso alla moschea è gratuito [10]. Tuttavia, è gradita una donazione per contribuire alle esigenze di pulizia e manutenzione di questo capolavoro storico.

La Moschea Blu è molto più di un semplice monumento turistico: è un luogo vivente di spiritualità e un esempio straordinario dell'architettura ottomana. Il complesso originale comprendeva non solo la moschea, ma anche una madrasa (scuola coranica), un ospedale, una scuola elementare, un mercato, un imaret (cucina) e la tomba del sultano Ahmed I. Oggi, nella zona est della moschea, è presente un bazar con numerose bancarelle dove si possono acquistare prodotti tipici.
La posizione centrale della Moschea Blu la rende inoltre un punto di partenza ideale per esplorare altre attrazioni storiche di Istanbul, come Santa Sofia, che si trova proprio di fronte. Infatti, la visita di queste due magnifiche strutture - una nata come chiesa cristiana e l'altra come moschea ottomana - offre un'opportunità unica per comprendere la ricca stratificazione culturale e religiosa che caratterizza questa affascinante città.
 

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#2. Moschea di Santa Sofia: tra chiesa e moschea


Santa Sofia rappresenta un affascinante capitolo nella storia religiosa mondiale, incarnando il passaggio tra due grandi culture e fedi. A differenza di altre moschee di Istanbul, questo edificio monumentale ha vissuto molteplici vite: chiesa cristiana, moschea imperiale, museo laico e nuovamente luogo di culto islamico. La sua storia millenaria racconta secoli di trasformazioni politiche e religiose che hanno plasmato non solo Istanbul, ma l'intero panorama culturale tra Oriente e Occidente.

 


Origini bizantine e conversione ottomana


L'imponente Santa Sofia, conosciuta anche come Hagia Sophia, fu originariamente costruita nel 537 d.C. sotto l'imperatore bizantino Giustiniano I. L'edificio servì come cattedrale di Costantinopoli per quasi mille anni, rappresentando il cuore spirituale dell'Impero Bizantino e dell'intera cristianità orientale. Prima della struttura voluta da Giustiniano, tuttavia, esistevano già due versioni precedenti della cattedrale, la prima delle quali risalente al 325 d.C., commissionata dall'imperatore Costantino.
Durante il suo periodo bizantino, la cattedrale subì numerosi danni causati da incendi e terremoti. Prima del VI secolo, la basilica fu bruciata e ricostruita due volte e, successivamente, un terremoto causò il crollo parziale della cupola. Nel XIII secolo, durante il dominio latino di Costantinopoli, divenne brevemente una cattedrale cattolica romana.
La svolta decisiva nella storia di Santa Sofia avvenne il 29 maggio 1453, quando l'Impero Ottomano, guidato dal sultano Maometto II, conquistò Costantinopoli. Nei primi momenti dell'occupazione, la basilica divenne il punto focale del saccheggio, poiché gli invasori credevano contenesse i più grandi tesori della città. Molti cittadini indifesi che si erano rifugiati nella chiesa furono fatti prigionieri.
Nonostante l'iniziale saccheggio, il sultano Maometto II comprese immediatamente il valore simbolico e architettonico dell'edificio. Ordinò quindi ai suoi soldati di proteggere questa meravigliosa struttura e, invece di distruggerla, decise di trasformarla in moschea, segnando così la vittoria dell'Islam sul Cristianesimo nell'antica capitale bizantina. La prima preghiera del venerdì nella neo-convertita moschea si tenne il 1° giugno 1453.
Durante i secoli di dominio ottomano, numerosi sultani contribuirono a modificare e abbellire l'edificio. Furono aggiunti elementi tipici delle moschee islamiche: un minareto in legno, un altare (mihrab) e un pulpito (minbar). Il figlio di Maometto, Bayezid II, aggiunse un mihrab bianco e un altro minareto nell'angolo nord-est. Il sultano Solimano il Magnifico (1520-1566) arricchì la moschea con due lampade provenienti dall'Ungheria, mentre durante il regno del sultano Selim furono costruiti due minareti identici sul lato occidentale.
Un passaggio fondamentale nella storia moderna dell'edificio avvenne nel 1934, quando Mustafa Kemal Atatürk, fondatore della Repubblica Turca, secolarizzò Santa Sofia trasformandola in museo. Nel 1985 fu dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Tuttavia, nel luglio 2020, dopo 86 anni come museo, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha firmato un decreto che ha riconvertito Santa Sofia in moschea, suscitando reazioni contrastanti a livello internazionale.

 


Elementi architettonici unici


Santa Sofia è considerata uno dei più grandi capolavori dell'architettura bizantina e la sua struttura ha influenzato innumerevoli edifici religiosi in tutto il mondo. La caratteristica più impressionante è senza dubbio la sua maestosa cupola centrale, che fino al completamento della Basilica di San Pietro era la più grande cupola pendente del mondo, con un diametro di 32,6 metri e un'altezza di 55,6 metri dal pavimento.
La cupola rappresenta un'innovazione ingegneristica straordinaria: poggia su quattro pennacchi triangolari che fungono da angoli della base quadrata e si curvano verso l'alto per sostenerla. È ulteriormente supportata da un anello di 40 finestre alla base che creano un effetto ottico sorprendente: la luce che filtra attraverso queste aperture dà l'impressione che la cupola sia sospesa in aria. Questo gioco di luce rappresenta una delle caratteristiche più affascinanti dell'edificio.
La complessa struttura architettonica comprende anche una navata racchiusa dalla cupola centrale, sostenuta da quattro grandi archi. Intorno alla cupola principale si trovano una serie di semicupole e cupole più piccole che contribuiscono a distribuire uniformemente il peso dell'intera struttura.
Santa Sofia è sostenuta da numerose colonne, molte delle quali riciclate da precedenti edifici romani e bizantini. Queste colonne sono realizzate con vari materiali pregiati, tra cui marmo, porfido e granito, e presentano diversi motivi e stili decorativi. Le pareti e i pavimenti sono rivestiti di marmi pregiati e pietre decorative di alta qualità provenienti da cave dell'Impero bizantino. Materiali come marmo verde e bianco, porfido e alabastro creano interni di straordinaria bellezza.
Un elemento caratteristico è la galleria superiore, o matroneo, che ha una particolare forma a ferro di cavallo e racchiude la navata su tre lati, interrotta solo dall'abside. Durante il periodo bizantino, da questo spazio l'imperatrice e le dame di corte seguivano le cerimonie religiose.

 


Cosa vedere all'interno oggi


Entrando in Santa Sofia oggi, i visitatori possono ammirare una straordinaria fusione di elementi cristiani e islamici, testimonianza della sua complessa storia. Nonostante la recente riconversione in moschea, molti degli elementi storici rimangono visibili.
Gli interni sono dominati dalla massiccia cupola centrale che crea un senso di grandezza e spaziosità. La luce che filtra attraverso le numerose finestre illumina l'interno creando un'atmosfera suggestiva che varia durante il giorno.
Tra gli elementi più preziosi vi sono i mosaici bizantini, alcuni dei quali risalgono al IX e X secolo. Santa Sofia è rinomata per la sua straordinaria collezione di mosaici, realizzati utilizzando piccoli pezzi di vetro colorato e foglia d'oro. Alcuni dei più famosi includono:

  • Il mosaico Deesis, che raffigura Cristo affiancato da Maria e Giovanni Battista
  • Il mosaico dell'imperatrice Zoe, che presenta l'imperatrice bizantina con suo marito e Gesù
  • Raffigurazioni di importanti personaggi santi come Cristo, la Vergine Maria e i Profeti

Durante la visita, i visitatori possono anche osservare elementi islamici come il mihrab, la nicchia ornata che indica la direzione della Mecca, e il minbar, il pulpito rialzato dal quale l'imam pronuncia i sermoni. Alle colonne sono appesi giganteschi medaglioni circolari con iscrizioni islamiche che riportano i nomi di Allah, del profeta Maometto, dei primi quattro califfi e dei due nipoti di Maometto.
A seguito della conversione in moschea nel 2020, alcune modifiche sono state apportate all'interno: sono state collocate tende per coprire gli storici mosaici cristiani durante le preghiere, sebbene questi rimangano accessibili in altri momenti.
L'edificio ospita anche alcuni importanti manufatti: nel cortile meridionale si trovano i mausolei di Murat III, Mehmet III e Selim II, mentre l'antico battistero è stato convertito nei mausolei di Mustafa I e del sultano Ibrahim.
Questa combinazione unica di arte cristiana e islamica rende Santa Sofia non solo una delle più belle moschee di Istanbul, ma anche un simbolo vivente del dialogo tra culture e religioni che caratterizza la storia di questa città straordinaria.

 

#3. Moschea di Suleymaniye: l’eredità di Solimano il Magnifico


Tra le numerose cupole che punteggiano lo skyline di Istanbul, quella della Suleymaniye si erge maestosa come testimonianza del periodo d'oro dell'Impero Ottomano. Seconda per dimensioni solo a Santa Sofia, questa moschea incarna la perfezione architettonica ottomana e rappresenta un omaggio imperituro al sultano che le ha dato il nome: Solimano il Magnifico.

 


Progettata da Mimar Sinan


La Moschea di Suleymaniye fu commissionata dal sultano Solimano il Magnifico e costruita tra il 1550 e il 1558, richiedendo l'impiego di oltre 3.500 operai. Questo capolavoro architettonico rappresenta l'opera principale dell'architetto ottomano più celebre di tutti i tempi: Mimar Sinan.
Sinan, nato cristiano in Anatolia e successivamente convertito all'Islam, aveva già alle spalle una lunga carriera di successi quando progettò la Suleymaniye. Nominato architetto capo dell'Impero Ottomano nel 1538, all'età di circa 50 anni, egli considerava questa moschea la sua "opera da apprendista", nonostante rappresenti uno dei suoi progetti più ambiziosi e riusciti. Durante la sua straordinaria carriera, Sinan progettò oltre 300 strutture, tra cui 94 moschee, 52 piccole moschee e 57 scuole coraniche.
Per la Suleymaniye, Sinan si ispirò chiaramente alla Basilica di Santa Sofia, ma invece di limitarsi a copiarne la struttura, ne perfezionò il design. Utilizzando quattro enormi pilastri per sostenere la cupola centrale, creò un interno più luminoso e arioso rispetto alla sua fonte d'ispirazione bizantina. La cupola principale, con un diametro di 26,5 metri e un'altezza di 53 metri, domina maestosamente l'interno.
Sinan non si limitò a progettare solo la moschea, ma concepì un complesso sociale completo (külliye) che includeva quattro madrase (scuole islamiche), un ospedale, un ospizio per i poveri, un caravanserraglio, bagni pubblici e persino una scuola medica. Questo approccio olistico rifletteva la visione islamica della moschea come centro della vita comunitaria, non solo luogo di preghiera.

 


Posizione panoramica sul Corno d'Oro


La scelta del sito per la costruzione della Suleymaniye non fu casuale. La moschea sorge sulla Terza Collina di Istanbul, in una posizione strategica che offre una vista spettacolare sul Corno d'Oro, lo stretto naturale che divide la parte europea della città.
Questa collocazione privilegiata permette alla moschea di dominare lo skyline cittadino, risultando visibile da numerosi punti della metropoli. Dalla terrazza del complesso, i visitatori possono godere di un panorama mozzafiato che abbraccia gran parte della città storica, il Bosforo e persino, nelle giornate più limpide, il Mar di Marmara.
Il cortile esterno della moschea, circondato da portici con colonne di granito, marmo e porfido, funge da punto di osservazione privilegiato. Proprio qui, nella parte nord-occidentale, si trova una terrazza nota come "terrazza del pellegrino", da cui si apre una vista impareggiabile sul Corno d'Oro e sui quartieri circostanti.
La posizione elevata della moschea ha anche un significato simbolico: rappresenta l'elevazione spirituale verso Allah e, allo stesso tempo, manifesta il potere terreno del sultano Solimano, la cui autorità si estendeva su tre continenti. Inoltre, questa collocazione permetteva alla chiamata alla preghiera (adhan) di diffondersi facilmente in gran parte della città, raggiungendo i fedeli nei quartieri sottostanti.

 


Dettagli artistici e spirituali


L'interno della Suleymaniye colpisce per la sua straordinaria luminosità. A differenza di altre moschee ottomane più orientate verso decorazioni elaborate, qui Sinan optò per un'eleganza sobria e raffinata. Le 138 finestre, posizionate strategicamente, creano un gioco di luci che enfatizza la spazialità dell'ambiente e contribuisce a un'atmosfera di serena spiritualità.
Le decorazioni interne combinano elementi calligrafici islamici con motivi floreali tipici dell'arte ottomana. Particolarmente notevoli sono:

  • Gli iznik çini (piastrelle di Iznik) che decorano il mihrab, caratterizzate da delicati motivi floreali in blu, turchese e rosso corallo
  • Le elaborate vetrate colorate che filtrano la luce creando suggestivi effetti cromatici all'interno
  • I preziosi tappeti anatolici che ricoprono il pavimento della sala di preghiera

Un dettaglio acustico sorprendente è rappresentato dai "vasi risonanti" che Sinan fece inserire sotto la cupola. Questi 64 vasi di terracotta, incassati nella struttura, hanno la funzione di amplificare la voce dell'imam durante le preghiere e di assorbire le eco, creando un'acustica perfetta all'interno dell'edificio.
Nel cortile della moschea si trovano i mausolei (türbe) di Solimano il Magnifico e della sua amata moglie Hürrem Sultan (conosciuta in Occidente come Roxelana). Questi eleganti edifici ottagonali, rivestiti di marmo e decorati con preziose piastrelle di Iznik, rappresentano l'ultima dimora della coppia reale. Il mausoleo di Solimano è particolarmente significativo: la sua tomba è circondata da una grata ottomana in legno intarsiato con madreperla, mentre il sarcofago è coperto da un prezioso tessuto ricamato in oro.
Un aspetto meno conosciuto ma ugualmente affascinante è la presenza di una piccola stanza nascosta sopra l'ingresso principale. Questa camera segreta, accessibile solo attraverso una scala ripida, serviva come rifugio privato dove il sultano poteva ritirarsi in preghiera o meditazione, lontano dagli occhi della corte.
Nonostante i secoli trascorsi dalla sua costruzione, la Suleymaniye continua a svolgere la sua funzione originaria come luogo di culto attivo. Durante le preghiere quotidiane, soprattutto durante il Ramadan, la moschea si riempie di fedeli, mantenendo viva quella tradizione spirituale che risale all'epoca di Solimano il Magnifico. Per il visitatore moderno, entrare nella Suleymaniye significa non solo ammirare un capolavoro architettonico, ma anche immergersi nell'atmosfera autentica di una delle più belle moschee di Istanbul.

 

#4. Moschea di Fatih: la più antica della città


Nel cuore pulsante del quartiere di Fatih sorge la prima grande moschea imperiale ottomana costruita a Istanbul dopo la conquista della città. Meno visitata delle sue sorelle più celebri, la Moschea di Fatih rappresenta tuttavia un tassello fondamentale nella storia architettonica e spirituale della città, segnando l'inizio di una nuova era per quella che un tempo era Costantinopoli.

 


Costruita sulle rovine della Chiesa dei Santi Apostoli


La Moschea di Fatih venne edificata nel luogo dove precedentemente sorgeva la Chiesa dei Santi Apostoli, un edificio di grande importanza per il mondo bizantino. Questa chiesa, seconda solo a Santa Sofia come importanza, era originariamente la sede dove venivano incoronati gli imperatori bizantini e conteneva i sarcofagi di Costantino e di altri importanti imperatori.
Dopo la conquista di Costantinopoli del 29 maggio 1453, il sultano Maometto II concesse inizialmente la chiesa al patriarca Gennadio Scolario come seggio patriarcale. Tuttavia, l'edificio versava in condizioni precarie dopo secoli di guerre e terremoti. Inoltre, la zona circostante venne presto popolata da turchi che manifestarono ostilità verso questo importante luogo di culto cristiano.
In seguito a crescenti tensioni tra le comunità, il patriarca decise di trasferire la sua sede nel 1457. A questo punto, il sultano, invece di convertire semplicemente la chiesa in moschea come aveva fatto con Santa Sofia, decise di demolirla completamente e costruire al suo posto un nuovo grandioso edificio che rappresentasse degnamente il potere ottomano.

 


Importanza storica per l'Impero Ottomano


La costruzione della Moschea di Fatih iniziò nel 1463 e fu completata nel 1470. Quest'opera rappresenta il primo grande progetto monumentale della tradizione architettonica imperiale ottomana e la prima importante struttura architettonica eretta a Istanbul dai turchi.
L'edificio fu progettato dall'architetto Atik Sinan (da non confondere con il più celebre Mimar Sinan che progettò la Suleymaniye). Fatih, che significa "conquistatore" in turco, non è solo il nome del quartiere, ma anche il soprannome attribuito a Maometto II dopo la conquista di Costantinopoli.
Il complesso originale non era costituito solo dalla moschea, ma formava un vero e proprio centro sociale e culturale, un külliye, comprendente:

  • Otto madrase (scuole coraniche) e una biblioteca
  • Un ospedale (darüşşifa) e un ospizio
  • Un caravanserraglio e un mercato
  • Un hammam (bagno turco)
  • Una scuola primaria (mektep)
  • Un imaret (cucina pubblica) per sfamare i poveri

Maometto II fece costruire il suo mausoleo proprio dove sorgeva quello dell'imperatore Costantino, creando così un forte simbolismo politico. Questa tomba divenne successivamente meta di pellegrinaggio obbligatoria per tutti i sultani che accedevano al trono dell'impero ottomano, a testimonianza dell'importanza storica e simbolica del luogo.

 

#5. Moschea di Mihrimah Sultan: tra leggenda e architettura


Uniche nel panorama architettonico di Istanbul, le moschee di Mihrimah Sultan raccontano una storia che va oltre la semplice devozione religiosa, intrecciando architettura, astronomia e un amore non corrisposto in un racconto affascinante che continua a incantare i visitatori.

 


Le due moschee dedicate a Mihrimah


Mihrimah Sultan, figlia prediletta del sultano Solimano il Magnifico, commissionò due importanti moschee a Istanbul, entrambe progettate dal celebre architetto Mimar Sinan. La prima sorse sulla sponda asiatica a Üsküdar, conosciuta anche come Iskele Camii per la sua vicinanza al molo dei traghetti. Costruita per prima, questa moschea è adagiata su una terrazza con una cupola principale affiancata da tre semi-cupole. La seconda moschea, eretta sul colle più alto della città a Edirnekapı sulla sponda europea, fu completata circa diciotto anni dopo, tra il 1562 e il 1565.

 


La storia d'amore segreta di Sinan


Una leggenda affascinante avvolge queste due strutture. Si narra che Mimar Sinan fosse segretamente innamorato della principessa Mihrimah, il cui nome in persiano, Mihr-i-mah, significa "Sole e Luna". L'architetto espresse questo amore impossibile attraverso un capolavoro di ingegneria e astronomia: il 21 marzo, data di nascita di Mihrimah e giorno dell'equinozio di primavera, dalla terrazza del palazzo Topkapi si può osservare un fenomeno straordinario. Il sole tramonta esattamente dietro il minareto della moschea di Edirnekapı mentre, contemporaneamente, la luna sorge tra i minareti della moschea di Üsküdar. Questo allineamento astronomico perfetto non è casuale, ma rappresenta un tributo poetico al significato del nome della principessa.

 


Differenze tra le due strutture


Le due moschee presentano caratteristiche opposte, quasi complementari. La moschea di Üsküdar, situata "tra mare e collina", risulta più buia, con poche e piccole finestre, un porticato e una veranda che limitano l'ingresso della luce solare. Al contrario, la moschea di Edirnekapı, sebbene più piccola nelle dimensioni, è incredibilmente luminosa grazie alle circa 200 finestre che ne ricoprono le pareti, molte delle quali dotate di vetrate dai disegni raffinati. Inoltre, quest'ultima, posizionata vicino alle antiche Mura di Costantinopoli, fa parte di un complesso edilizio (külliye) che comprende hammam, madrase, aree cimiteriali e un bazar. Entrambe le strutture hanno subito danni a causa dei numerosi terremoti che hanno colpito la città nei secoli, con l'ultimo importante restauro della moschea di Edirnekapı completato nel 2000.

 

#6. Conclusione: Un viaggio attraverso secoli di storia e spiritualità


Istanbul, attraverso le sue magnifiche moschee, racconta una storia affascinante di conquiste, trasformazioni culturali e splendore architettonico. La Moschea Blu con i suoi sei minareti e le oltre 20.000 piastrelle turchesi rappresenta indubbiamente il simbolo più riconoscibile della città. Santa Sofia, d'altra parte, testimonia il passaggio tra cristianesimo e islam, custodendo nei suoi mosaici e nelle sue decorazioni la memoria di entrambe le tradizioni.
La maestosa Suleymaniye, progettata dal geniale Mimar Sinan, offre non solo un capolavoro architettonico ma anche una vista mozzafiato sul Corno d'Oro. Contemporaneamente, la Moschea di Fatih, costruita sulle rovine della Chiesa dei Santi Apostoli, segna l'inizio dell'era ottomana a Istanbul con la sua atmosfera autentica e tranquilla. Infine, le due moschee di Mihrimah Sultan raccontano una storia d'amore impossibile attraverso un perfetto allineamento astronomico.
Queste cinque moschee, sebbene rappresentino solo una piccola parte delle quasi 3.000 presenti in città, offrono al visitatore un'esperienza completa della ricchezza culturale, religiosa e architettonica di Istanbul. Durante la visita, risulta evidente come questi monumenti non siano semplici attrazioni turistiche, bensì luoghi vivi di culto che continuano a svolgere un ruolo centrale nella spiritualità quotidiana della popolazione.
Pertanto, chiunque voglia comprendere veramente l'anima di Istanbul dovrebbe dedicare tempo alla scoperta di questi capolavori. Oltre alla loro bellezza estetica, infatti, le moschee di Istanbul narrano la straordinaria storia di una città che, per secoli, ha rappresentato il punto d'incontro tra Oriente e Occidente, tra cristianità e islam, creando un patrimonio culturale unico al mondo.

 

#7. FAQs


Q1. Quali sono le moschee più importanti da visitare a Istanbul?

Le moschee più importanti da visitare a Istanbul includono la Moschea Blu, Santa Sofia, la Moschea di Suleymaniye, la Moschea di Fatih e le Moschee di Mihrimah Sultan. Ognuna offre un'esperienza unica in termini di architettura, storia e spiritualità.

 


Q2. Qual è il significato storico della Moschea di Santa Sofia?

Santa Sofia ha una storia millenaria unica, essendo stata originariamente una basilica cristiana, poi convertita in moschea dopo la conquista ottomana, successivamente trasformata in museo e recentemente riconvertita in moschea. Rappresenta un simbolo del passaggio tra cristianesimo e islam a Istanbul.

 


Q3. Cosa rende unica la Moschea di Suleymaniye?

La Moschea di Suleymaniye, progettata dal famoso architetto Mimar Sinan, è nota per la sua posizione panoramica sul Corno d'Oro, la sua maestosa cupola e l'elegante design interno. Rappresenta l'apice dell'architettura ottomana classica.

 


Q4. Perché la Moschea di Fatih è considerata importante?

La Moschea di Fatih è la prima grande moschea imperiale costruita dopo la conquista ottomana di Costantinopoli. Sorge sul sito dell'antica Chiesa dei Santi Apostoli e rappresenta l'inizio di una nuova era per la città sotto il dominio ottomano.

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