Forse non ci avete mai pensato ma c’è un legame intrinseco tra il viaggio e la letteratura, un legame di reciproco scambio.
Un libro può essere il nostro compagno di viaggio, a cui ci dedichiamo nelle ore di attesa prima di partire o per passare il tempo mentre copriamo i chilometri che ci separano dalla destinazione in treno o in aereo; un libro può anche ispirare un viaggio, essere il motivo per cui decidiamo di partire o semplicemente farci viaggiare con la fantasia nella comodità del nostro divano.
Secondo Fasano il viaggiatore e lo scrittore sono spesso due facce della stessa medaglia: il viaggiatore si sposta per annullare una distanza, mentre la scrittura nasce originariamente per rendere possibile la comunicazione a distanza.
La lettera viaggia per trasferire un’informazione e il diario di bordo garantisce la trasmissione dell’esperienza di viaggio.
Scegliere di viaggiare per allontanarsi dal familiare e confrontarsi con l’altro e il diverso, per affermare la propria identità, è fondamentale per lo scrittore come ben sapeva Wolfgang Goethe che intraprese il suo viaggio in Italia.
Il viaggio poi è spesso usato come metafora in letteratura, come nel caso del viaggio nell'aldilà di Dante nella Divina Commedia o come cornice in cui si inserisce la trama come il viaggio di Renzo alla ricerca di Lucia nei Promessi Sposi.