I Dolci Turchi : 5 Dolci Tradizionali che Dovresti Provare
I dolci turchi rappresentano un patrimonio culturale così significativo che nel 2018 la preparazione della baklava è stata riconosciuta come parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell'UNESCO. Questa distinzione evidenzia non solo l'eccellenza culinaria, ma anche l'importanza storica di questi dessert nella tradizione ottomana.
Infatti, i dolci turchia sono profondamente radicati nella cultura del paese, simboleggiando ospitalità e fiducia, e risultano elementi imprescindibili durante celebrazioni ed eventi significativi della vita. Come suggerisce il proverbio turco "Mangiamo dolci, parliamo dolce", la condivisione di questi dessert favorisce interazioni positive tra le persone.
La storia di questi dolci risale a secoli fa. La baklava, ad esempio, ha origini che si possono rintracciare nell'Impero Ottomano, con i primi riferimenti documentati risalenti al 1473, mentre l'halva è stata un alimento base fin dal IX secolo, preparata persino in una cucina dedicata chiamata "helvahane" nel Palazzo Topkapi. Allo stesso modo, il lokum ha affascinato figure storiche come Napoleone e Picasso con il suo gusto unico.
In questo articolo, esploreremo cinque dolci tradizionali turchi che meritano di essere assaggiati, scoprendo le loro origini, ingredienti e il ruolo che svolgono nella ricca cultura gastronomica della Turchia.
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L'indice:
#1. Baklava: il re dei dolci turchi
#2. Lokum: la delizia turca più famosa
#3. Künefe: il dolce caldo al formaggio
#4. Sütlaç: il budino di riso turco
#5. Helva: il dolce della memoria
#6. FAQs
#1. Baklava: il re dei dolci turchi
La baklava occupa un posto d'onore nella pasticceria mediorientale, tanto da essere considerata il vero monarca dei dolci turchi. Questo capolavoro dolciario, con il suo profumo di burro e la sua stratificazione perfetta, rappresenta l'essenza della raffinatezza culinaria ottomana che ha attraversato i secoli fino a giungere sulle nostre tavole.
Origini ottomane e significato simbolico
Sebbene oggi la baklava sia diffusa in numerosi paesi, dalle terre balcaniche fino al Nord Africa, le sue origini più accreditate risalgono all'Impero Ottomano. La documentazione storica evidenzia come questo dolce abbia radici antichissime, probabilmente sviluppate nella sua forma attuale nelle cucine imperiali del Palazzo Topkapi a Istanbul. Alcuni studiosi sostengono che i precursori di questo dolce risalgano addirittura all'VIII secolo a.C., quando gli assiri furono probabilmente i primi a unire sottili strati di pasta con miele e noci.
La disputa sulla paternità della baklava tra Turchia e Grecia è sempre stata accesa. Tuttavia, un elemento che avvalora l'origine turca è la cerimonia chiamata Baklava Alayı (Processione della Baklava), durante la quale il Sultano ottomano era solito donare vassoi di baklava ai giannizzeri il quindicesimo giorno del Ramadan. Questo rituale, documentato storicamente, rappresentava un gesto simbolico di generosità e benevolenza da parte del sovrano verso i suoi soldati d'élite.
Il nome stesso "baklava" deriva da questa cerimonia, rafforzando ulteriormente il legame con la cultura ottomana. Questa tradizione conferiva al dolce un valore che andava ben oltre il semplice piacere gastronomico, trasformandolo in un simbolo di potere e munificenza imperiale.
Ingredienti principali e varianti regionali
La baklava è un dolce dalla struttura complessa, composto essenzialmente da sottilissimi strati di pasta fillo sovrapposti e intervallati da frutta secca tritata, il tutto poi bagnato con uno sciroppo dolce dopo la cottura. La perfezione di questo dolce risiede proprio nella sua stratificazione: in alcune ricette tradizionali si contano dai 40 agli 80 strati di pasta fillo, ciascuno delicatamente imburrato.
Gli ingredienti fondamentali includono:
- Pasta fillo: sfoglie sottilissime come fogli di carta, stirate a mano fino a raggiungere lo spessore di 0,1 mm
- Frutta secca: principalmente pistacchi, noci o mandorle, a seconda della regione
- Burro: rigorosamente chiarificato, spesso di pecora nelle ricette più tradizionali
- Sciroppo dolcificante: a base di zucchero e succo di limone, o miele con spezie e talvolta acqua di rose
Le varianti regionali della baklava sono numerose e si differenziano principalmente per il tipo di frutta secca utilizzata. Nella cucina turca, il ripieno varia geograficamente:
- Regione di Gaziantep: predomina l'uso dei pistacchi locali, considerati i migliori
- Regione del Mar Nero: si utilizzano principalmente le nocciole
- Regione dell'Egeo: si prediligono mandorle e noci
Inoltre, nella tradizione ortodossa, alcuni preparano la baklava con esattamente 33 strati di pasta, simboleggiando gli anni di Cristo, dimostrando come questo dolce abbia assunto anche significati religiosi nelle diverse culture.
Un elemento distintivo è il riconoscimento ottenuto dalla baklava di Gaziantep, che nel 2013 ha ricevuto dall'Unione Europea il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta), diventando il primo prodotto turco a ottenere tale certificazione. Questa specifica varietà, nota come "Antep Baklavası" o "Gaziantep Baklavası", è famosa per l'utilizzo dei pistacchi locali di Antep, che conferiscono al dolce un sapore unico e inimitabile.
Quando si consuma la baklava
La baklava non è un dolce qualunque nella cultura turca, ma un alimento cerimoniale legato a momenti significativi della vita sociale e familiare. Tradizionalmente, viene preparata e servita durante le principali festività religiose e occasioni speciali, ognuna delle quali conferisce al dolce un significato particolare.
Il baklava è il dolce delle feste per eccellenza in Turchia e viene preparato sia per i matrimoni, in particolare come "baklava dello sposo" ("Damat baklavası"), sia durante le festività religiose principali. In passato, la preparazione di questo dolce era un'attività riservata alle occasioni speciali, poiché richiedeva un lavoro lungo e paziente da parte delle donne di casa. Oggi, grazie alla disponibilità della pasta fillo già pronta, la sua preparazione è diventata più accessibile, permettendone un consumo più frequente.
Un'altra tradizione significativa vede la baklava come dono di cortesia: infatti, viene spesso portata in regalo quando si è invitati a casa di qualcuno, rappresentando un simbolo di rispetto e amicizia. Questa usanza sottolinea il valore sociale che il dolce riveste nella cultura turca, dove la condivisione del cibo dolce è metafora di relazioni armoniose.
In tempi moderni, la baklava viene apprezzata in qualsiasi momento dell'anno, consumata non solo come dessert dopo i pasti principali, ma anche a colazione o a merenda, spesso accompagnata dal tradizionale tè turco o dal caffè nero, che bilanciano la sua intensa dolcezza.
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#2. Lokum: la delizia turca più famosa
Tra i dolci turchi più conosciuti al mondo, il lokum occupa senza dubbio un posto speciale. Questi piccoli cubetti gelatinosi, colorati e profumati, hanno attraversato i secoli incantando palati di ogni latitudine, dal Medio Oriente fino all'Europa, guadagnandosi il soprannome internazionale di "Turkish Delight".
Cosa sono i lokum e come si preparano
Il lokum è un dolce dalla consistenza unica, morbida e gelatinosa, prodotto principalmente con amido e zucchero. Il suo nome deriva dall'arabo "rahat al-hulqum", che significa letteralmente "conforto per la gola", un'espressione che ne descrive perfettamente la natura delicata e l'effetto piacevole che produce al palato.
La preparazione tradizionale di questo dolce richiede pazienza e attenzione ai dettagli. Gli ingredienti fondamentali sono semplici ma devono essere lavorati con maestria:
- Prima si prepara uno sciroppo portando a ebollizione acqua, zucchero e succo di limone
- In un pentolino separato si mescola acqua, amido di mais e cremor tartaro fino a ottenere un composto denso
- I due preparati vengono poi uniti e cotti a fuoco basso per circa 40-45 minuti, mescolando continuamente
- Alla fine della cottura si aggiungono aromi e coloranti alimentari
- Il composto viene versato in una teglia e lasciato raffreddare, prima a temperatura ambiente e poi in frigorifero per almeno 6 ore
- Una volta solidificato, il lokum viene tagliato a cubetti e ricoperto con un mix di zucchero a velo e amido di mais per evitare che i pezzi si attacchino tra loro
- Il risultato è un dolce dall'aspetto luminoso e solido, che al morso rivela tutta la sua morbidezza. I lokum possono essere conservati in contenitori ermetici per circa una settimana, avendo cura di non sovrapporli per evitare che si appiccichino.
I gusti più popolari
Sebbene la ricetta base rimanga sostanzialmente invariata, i dolci turchia come il lokum offrono una sorprendente varietà di gusti e combinazioni. La versione classica è aromatizzata con acqua di rose o fiori d'arancio, ma con il passare del tempo sono state sviluppate numerose varianti per soddisfare ogni tipo di palato.
Tra i gusti più popolari troviamo:
- Rosa: probabilmente il più tradizionale e iconico, con il suo profumo inconfondibile
- Pistacchio: arricchito con granella di pistacchi che aggiunge un piacevole contrasto di consistenza
- Agrumi: con aromi di limone, arancia o bergamotto che donano freschezza
- Frutta di bosco: dal sapore più dolce e intenso
- Menta: rinfrescante e aromatico
- Cannella: speziato e avvolgente
In Bulgaria, inoltre, è particolarmente apprezzato il lokum alla rosa bulgara, considerato una vera specialità nazionale, mentre altre varianti regionali includono quello preparato con pistacchi o carrube.
In Romania, dove il dolce prende il nome di "rahat", viene solitamente preparato senza l'aggiunta di frutta secca e viene utilizzato anche come ingrediente per la preparazione di altri dolci tradizionali, come il "Salam de biscuiți" o il "cozonac".
Curiosità storiche e culturali
La storia del lokum affonda le radici nei secoli passati, probabilmente durante il periodo dell'Impero Ottomano nel XV secolo, benché le sue origini esatte non siano completamente chiare. Secondo una leggenda affascinante, la creazione di questo dolce sarebbe legata a un capriccio del sultano: abbagliato dalla bellezza di una donna, avrebbe ordinato ai suoi cuochi di creare un dolce sensazionale per conquistarla. Superando le loro rivalità interne, dopo numerosi tentativi, i cuochi reali avrebbero dato vita al lokum, unendo sciroppo di zucchero a resina, frutta secca e aromi estratti dai frutti più prelibati.
Un'altra storia, meno romanzata ma storicamente più plausibile, attribuisce l'invenzione del dolce a un uomo chiamato Bekir Effendi, nato tra le montagne dell'Anatolia nel villaggio di Kastamonu. Trasferitosi a Istanbul nel 1777, Bekir aprì un bazar dove diede sfogo alla propria creatività culinaria. Il suo lokum riscosse un immediato successo e si narra che persino il Sultano, dopo averlo assaggiato, ne ordinò una fornitura quotidiana per la sua corte.
Il dolce arrivò in Inghilterra nel 1861 con il nome di "Lumps of delight" e divenne così popolare che persino Charles Dickens lo menzionò nel suo ultimo racconto incompiuto "The Mystery of Edwin Drood". Nel periodo vittoriano, i lokum divennero un dono caratteristico della stagione natalizia inglese.
In Grecia, il lokum è tradizionalmente il dolce del benvenuto nei monasteri ortodossi, dove è usanza predisporne una ciotola all'ingresso da cui i visitatori possono servirsi liberamente. Questa usanza sottolinea il valore simbolico del lokum come segno di ospitalità e accoglienza.
In tempi più recenti, questi dolcetti hanno conosciuto un rinnovato interesse grazie alla cultura popolare. Compaiono infatti nel film del 2005 "Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio", la cui uscita ha portato a un significativo aumento delle vendite di lokum. Negli Stati Uniti, l'azienda Liberty Orchards commercializza una versione americana dei lokum chiamata "Aplets & Cotlets", dimostrando come questo dolce abbia saputo conquistare anche mercati lontani dalla sua origine.
Il lokum rappresenta quindi non solo un dolce, ma un vero e proprio simbolo della cultura gastronomica mediorientale che attraverso i secoli ha mantenuto intatto il suo fascino, continuando a deliziare i palati più raffinati con la sua consistenza unica e i suoi aromi inconfondibili.
#3. Künefe: il dolce caldo al formaggio
Il fascino irresistibile del künefe, un gioiello della pasticceria turca, risiede nella sua unicità: viene servito caldo, con il formaggio ancora filante che contrasta con la dolcezza dello sciroppo. Questo dolce rappresenta perfettamente l'arte culinaria mediorientale dove gli opposti si attraggono creando un'armonia di sapori indimenticabile.
Come viene preparato il künefe
Per creare questo capolavoro dolciario, gli ingredienti principali sono pochi ma essenziali. La base del künefe è la pasta kadayıf (o kataifi), costituita da sottilissimi fili di pasta simili a spaghetti che vengono ottenuti da un impasto di farina, acqua e sale. Infatti, la parola "künefe" deriva proprio dal nome di questa particolare pasta, elemento distintivo del dolce.
La preparazione tradizionale prevede questi passaggi fondamentali:
- Si separano accuratamente i fili di pasta kadayıf, inizialmente secchi e aggrovigliati, tagliandoli in piccoli pezzi
- Si fa sciogliere abbondante burro (circa 250 grammi) che viene poi versato sui fili di kadayıf affinché lo assorbano completamente
- Si imburrare una teglia o padella antiaderente, talvolta aggiungendo un pizzico di colorante alimentare rosso mescolato al burro per conferire al dolce il suo caratteristico colore dorato
- Si dispone metà della pasta kadayıf imburrata sul fondo della teglia, comprimendola bene per creare uno strato compatto
- Si adagia sopra il formaggio, tagliato a fette sottili, che deve essere un formaggio poco salato e filante, come il tradizionale "dil peyniri" turco (letteralmente "formaggio lingua") o, più facilmente reperibile in Italia, la mozzarella per pizza [37]
- Si ricopre con la restante pasta kadayıf e si comprime nuovamente il tutto
- Si cuoce a fuoco lento, facendo attenzione che la cottura avvenga uniformemente su entrambi i lati, fino a quando la superficie diventa dorata e croccante
- Contemporaneamente si prepara uno sciroppo portando a ebollizione acqua e zucchero con un po' di succo di limone e lasciando sobbollire per alcuni minuti .
- Una volta cotto, il künefe viene servito immediatamente, ancora caldo, dopo avervi versato sopra lo sciroppo freddo
- Si completa spesso con una guarnizione di pistacchi tritati
- In alcune varianti regionali, lo sciroppo può essere aromatizzato con chiodi di garofano, cannella o acqua di fiori d'arancio, mentre in Turchia il künefe viene tradizionalmente accompagnato dal kaymak, una crema densa simile al mascarpone. In Italia, non essendo facilmente reperibile il kaymak, si può sostituire con panna montata o mascarpone.
Il contrasto tra dolce e salato
Ciò che rende il künefe un'esperienza gastronomica unica è proprio l'affascinante contrasto tra elementi opposti: la dolcezza dello sciroppo abbraccia il sapore leggermente salato del formaggio, mentre la croccantezza della pasta kadayıf si scioglie nell'incontro con la morbidezza filante del ripieno.
A differenza di molti altri dolci turchi che possono risultare eccessivamente zuccherini, il künefe offre un perfetto equilibrio di sapori: la presenza del formaggio bilancia la dolcezza dello sciroppo, creando un'esperienza gustativa più complessa e meno stucchevole. Questa caratteristica lo distingue da dolci come la baklava, con cui condivide l'uso dello sciroppo zuccherino ma non la componente casearia.
La magia del künefe si rivela pienamente nel momento in cui viene servito: tagliandolo, il formaggio si allunga in lunghi fili che creano un effetto visivo spettacolare, anticipando il piacere che si proverà assaggiandolo. L'alternanza di consistenze rappresenta un elemento fondamentale dell'esperienza sensoriale: il palato passa dalla croccantezza della crosta esterna alla morbidezza cremosa dell'interno, in un susseguirsi di sensazioni che rendono ogni boccone diverso dal precedente.
Inoltre, il contrasto termico tra il dolce caldo e il freddo del gelato o della panna con cui viene spesso accompagnato, aggiunge un'ulteriore dimensione a questa sinfonia di opposti.
Perché è così amato in Turchia
Il künefe non è semplicemente un dolce in Turchia: è parte integrante della tradizione gastronomica del paese, tanto che l'"Antakya Künefe" della provincia di Hatay è registrato nell'Unione Europea come "Indicazione geografica protetta". Questa certificazione testimonia l'importanza culturale e storica di questo dolce per il popolo turco.
Il legame tra il künefe e la regione sud-orientale dell'Anatolia è particolarmente forte, e le province meridionali della Turchia sono famose proprio per questa specialità. I ristoranti e le pasticcerie di queste zone si tramandano di generazione in generazione le ricette originali, mantenendo viva una tradizione secolare.
Affascinante è anche l'aneddoto storico secondo cui il künefe veniva consigliato dai medici arabi ai califfi durante il periodo del Ramadan [43]. Essendo un dolce particolarmente nutriente e saziante grazie alla presenza del formaggio, veniva consumato prima dell'alba per aiutare i fedeli a sopportare meglio il digiuno durante la giornata. Questo aspetto evidenzia come, oltre al valore gastronomico, il künefe abbia acquisito nel tempo anche una funzione pratica legata alle tradizioni religiose.
Nel mondo arabo, il künefe è diventato un dolce celebrativo, presente durante le ricorrenze importanti come fidanzamenti, matrimoni e lauree. La sua preparazione, che richiede una certa maestria, lo rende particolarmente adatto a occasioni speciali, quando si desidera impressionare gli ospiti con un dessert spettacolare sia nella presentazione che nel gusto.
La popolarità del künefe è tale che, nonostante la sua naturale collocazione come dessert, in Turchia viene considerato quasi una categoria a sé: infatti, a differenza di altri dolci, non viene solitamente esposto nelle vetrine delle pasticcerie insieme agli altri dessert, ma viene preparato espressamente al momento e servito caldo.
I turchi apprezzano particolarmente il künefe proprio per questa sua caratteristica di dolce "sociale": viene spesso condiviso tra commensali che lo gustano direttamente dalla teglia in cui è stato preparato, creando un momento di convivialità che va oltre il semplice atto di consumare un dessert.
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#4. Sütlaç: il budino di riso turco
Nel variegato panorama dei dolci turchi, il sütlaç rappresenta una parentesi di semplicità e delicatezza. Questo budino di riso, non eccessivamente dolce ma piacevolmente leggero, incarna perfettamente la filosofia culinaria turca: ingredienti semplici trasformati in sapori memorabili attraverso una preparazione attenta e rispettosa della tradizione.
Ingredienti semplici, gusto autentico
Il sütlaç è fondamentalmente un dessert a base di latte e riso che, nonostante la semplicità degli ingredienti, offre un'esperienza gustativa ricca e appagante. Gli elementi principali di questa preparazione sono sorprendentemente basilari:
- Riso (preferibilmente varietà a chicco tondo come il ribe)
- Latte (abbondante, circa 1,5 litri per 100g di riso)
- Zucchero (dosato con moderazione)
- Acqua (in proporzione doppia rispetto al riso)
- Farina di riso o amido di mais (per l'addensamento)
- Aromi come vaniglia o cannella
La preparazione tradizionale prevede inizialmente la cottura del riso nell'acqua fino al completo assorbimento. Successivamente, si aggiunge il latte insieme allo zucchero e alla vaniglia, proseguendo la cottura per altri 15-30 minuti. Un elemento fondamentale per la riuscita del sütlaç è proprio il rapporto tra acqua e riso: per una texture perfetta, l'acqua deve essere il doppio del riso.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è necessario aggiungere ulteriori addensanti come amido o farina, poiché il riso stesso contiene sufficiente amido per addensare naturalmente il composto. Tuttavia, alcune ricette prevedono l'aggiunta di farina di riso disciolta nel latte per assicurare una consistenza più cremosa.
Una caratteristica distintiva del sütlaç è che si presenta in due principali varianti, che assumono denominazioni diverse: il semplice sütlaç e il firin sütlaç. La differenza sostanziale sta nel metodo di cottura: il primo è preparato esclusivamente sul fuoco e poi raffreddato in frigorifero; il secondo, invece, viene versato in cocotte di terracotta e finito in forno sotto il grill, creando così una caratteristica crosticina superficiale leggermente bruciacchiata.
Differenze con il riso al latte europeo
Sebbene il sütlaç possa ricordare i budini di riso diffusi in Europa, presenta alcune peculiarità che lo rendono unico. Prima di tutto, è importante non confonderlo con il "riso al latte" del Nord Italia, che è un primo piatto salato e non un dessert.
Il nome stesso rivela le sue origini: "sütlaç" deriva da "sütlü aş", che in turco significa letteralmente "cibo cotto con latte". Questa etimologia sottolinea come il latte sia l'ingrediente predominante, a differenza di altre preparazioni europee dove può avere un ruolo secondario.
Una differenza fondamentale rispetto ai budini di riso europei è la temperatura di servizio: in Turchia, il sütlaç è quasi sempre servito freddo e non caldo. Questa caratteristica lo rende particolarmente apprezzato durante le calde estati mediterranee.
Inoltre, rispetto ai classici risolatte italiani, il sütlaç presenta generalmente una consistenza più liquida e leggermente meno dolce. La versione al forno (firin sütlaç) si distingue ulteriormente per la sua crosticina caramellata, assente nelle versioni europee.
Un'altra particolarità risiede nel tipo di riso utilizzato: in Turchia si predilige il riso a chicco tondo come il ribe, ma nelle preparazioni domestiche si possono trovare anche varietà come l'arborio o roma. La scelta del riso è cruciale in quanto deve assorbire efficacemente i liquidi e rilasciare il giusto quantitativo di amido per ottenere la consistenza desiderata.
#5. Helva: il dolce della memoria
L'helva rappresenta molto più di un semplice dolce nella cultura turca: è il sapore della memoria, un dessert che accompagna i momenti più significativi della vita familiare e religiosa. Il nome stesso "halva" deriva dalla radice del verbo arabo che significa "essere dolce", confermando la sua natura essenziale nella tradizione dolciaria mediorientale.
Le due principali varianti di helva
Nella ricca tradizione dei dolci turchi, l'helva si presenta principalmente in due versioni distinte. La prima, di origine ottomana e molto diffusa nell'area mediterranea orientale, è basata sull'utilizzo della pasta di tahina, una crema di sesamo tipicamente mediorientale. Questa variante utilizza come ingredienti principali semi di sesamo o pasta di tahini mescolati con zucchero o miele, spesso arricchita con pistacchi, pasta di cocco, succo di agrumi o vaniglia.
La seconda tipologia, ugualmente importante nella tradizione turca, è preparata con farina o semolino, a cui si aggiungono burro, zucchero, latte e panna. Questa versione, chiamata İrmik helvası (helva di semolino), ha una consistenza più morbida e un sapore caratteristico dovuto alla particolare cottura del semolino, che deve diventare molto scuro.
In alcune regioni, esiste anche una curiosa variante chiamata "Peynir helvası" (helva di formaggio), preparata con formaggio di pecora grasso, farina, zucchero e margarina.
Il ruolo nei riti religiosi e familiari
Infatti, l'helva è profondamente legata ai momenti di transizione nella vita turca. Viene preparata durante le feste religiose più sentite, nei funerali, ma anche per celebrare eventi significativi come traslochi, nascite o matrimoni. Durante il Ramadan, questo dolce diventa particolarmente importante, consumato come nutrimento spirituale oltre che fisico.
Un aspetto particolarmente toccante della tradizione è la preparazione dell'helva per onorare i defunti. Al quarantesimo giorno dalla morte di una persona cara, è usanza preparare la semola profumata alla cannella, con tutti i familiari che partecipano rimestando a turno l'helva, in un rito che unisce diverse tradizioni religiose: ebraica, cristiana e musulmana.
La tradizione dell'Helvahane
A testimonianza dell'importanza culturale di questo dolce, nel prestigioso Palazzo Topkapi di Istanbul esisteva una stanza interamente dedicata alla preparazione dell'helva, chiamata Helvahane. In questo spazio sacro lavoravano maestri specializzati nella pasticceria, chiamati halvari, che preparavano con cura questi dolci per le occasioni più importanti della corte.
Durante il periodo ottomano, la tradizione voleva che l'helva fosse distribuita ai poveri ogni venerdì, giorno santo della settimana islamica, in speciali piatti di rame con coperchi forati che permettevano al vapore di fuoriuscire senza rendere il dolce molliccio, consentendo così di trasportarlo facilmente a banchetti o picnic.
#6. FAQs
Q1. Quanto costa in media un pezzo di baklava a Istanbul?
Il prezzo di un pezzo di baklava di buona qualità a Istanbul si aggira intorno ai 25-30 lire turche, spesso servito con gelato e tè.
Q2. Quali sono gli ingredienti principali del baklava tradizionale?
Il baklava tradizionale è composto da strati sottili di pasta fillo imburrata, un ripieno di frutta secca tritata (solitamente pistacchi o noci) e uno sciroppo dolce aromatizzato con acqua di fiori d'arancio e succo di limone.
Q3. Cos'è il bici bici e da dove proviene?
Il bici bici è un dessert tradizionale turco originario di Adana. Si tratta di un rinfrescante sorbetto alla frutta, molto apprezzato soprattutto durante l'estate.
Q4. Quali sono i dolci turchi più famosi oltre al baklava?
Tra i dolci turchi più rinomati, oltre al baklava, troviamo il lokum (delizia turca), il künefe (dolce al formaggio), il sütlaç (budino di riso) e l'helva. Ognuno di questi dessert ha caratteristiche uniche e una lunga tradizione nella cultura gastronomica turca.
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