“Un viaggio ha senso solo senza ritorno se non in volo, senza fermate nè confini, solo orizzonti neanche troppo lontani… (...) C’è che c’è, c’è che prendo un treno che va a Paradiso città”.
Quando penso al viaggio per ritrovare se stessi, questa è una delle prime canzoni che mi viene in mente.
Quante volte abbiamo sentito che l’ambiente che ci circonda per i motivi più diversi, delusione d’amore, problemi in famiglia o al lavoro ci hanno fatto perdere il contatto con noi stessi per cui la soluzione migliore ci sembra essere solo un viaggio per ritrovare se stessi.
Per molti rimane solo un’idea, per molti è un’esperienza che può cambiare la propria vita. Vedere orizzonti diversi, ritrovando il contatto prima di tutto con la natura può essere la chiave per raggiungere la pace interiore.
Non esiste una definizione univoca dei viaggi spirituali, qualsiasi viaggio in potenza lo è, quello che cambia è l’approccio e la consapevolezza con cui ci prepariamo ad affrontarlo.
Possiamo scegliere di avviarci in cammino, per riconnetterci al nostro io e favorire un’introspezione meditativa grazie al fatto che viaggiamo lentamente.
Personalmente dico sempre che per me camminare è una delle migliori forme di meditazione, la lentezza che implica questo tipo di viaggio ci costringe piacevolmente a osservare tutti i dettagli e a essere concentrati sul presente, aprendo la mente e svuotandola dai pensieri negativi per lasciare spazio ad una nuova creatività e nuove consapevolezze.
Un’altra opzione è quella di scegliere un luogo, tranquillo e isolato, lontano dal rumore e dalle distrazioni che ci aiuti a raggiungere lo stesso obiettivo, alcuni scelgono luoghi sacri.